Altra festività molto sentita nella città di Ascoli Piceno e nei dintorni è quella dedicata Sant’Emidio, primo Vescovo e martire della cristianità, patrono della città e protettore dai terremoti, a cui è dedicata la cattedrale del Duomo. Le prime tracce di questa forte devozione risalgono al 1377, quando negli Statuti di Ascoli viene per la prima volta regolamentato lo svolgimento dei festeggiamenti. Per vivacizzare i giorni di festa il comune di Ascoli organizzava giochi e tornei nonché la giostra della Quintana.

La festa di Sant’Emidio mantiene ancora oggi intatta la sua intensità che culmina con il famoso e bellissimo sparo di Sant’Emidio durante la notte del 5 di agosto, tradizione questa avviata nel 1600. Il 5 agosto di ogni anno il sagrato del Duomo di Ascoli Piceno, dedicato a Sant’Emidio, è tutto verde e profuma di basilico; con i paramenti sacri esce dalla Cattedrale il vescovo e benedice le piantine che poi i fedeli ascolani acquisteranno e porteranno a casa con devozione. È il giorno di Sant’Emidio, il protettore della città che a lui attribuisce di essersi salvata dal terribile terremoto che, nel 1703, distrusse gran parte delle Marche.

Il basilico è la pianta che la tradizione vuole sacra nella devozione a Sant’Emidio protettore dei terremoti. Secondo alcune leggende quando il predicatore fu ucciso dai soldati del Governatore romano, il martire raccolse la sua testa e camminò fino a un colle fuori le mura dove si lasciò morire. Dal sangue sgorgante nacque una pianta di basilico mai appassita.