La quercia di Montemisio è uno straordinario esemplare di circa 400 anni con un tronco che presenta una circonferenza di 4,8 metri, e un passato che di certo ha un rilevante valore storico, culturale e religioso. Pronti per scoprirlo insieme?

Fra Rotella e Castignano, alle pendici del Monte Ascensione si estende il Santuario di Montemisio che dal XVIII secolo è consacrato alla Madonna della Consolazione. In origine era dedicato alla Vergine della Cintura e poi, secondo la pia tradizione, fu intitolato alla Madonna della Tempera. In un periodo di grave siccità, infatti, i coltivatori pensarono di tenere una processione propiziatoria. Dopo pochi passi con la statua votiva sulle spalle, le nuvole si addensarono e una pioggia abbondante irrigò i campi riarsi. 

In un prato verdeggiante, poco distante da una chiesetta eretta dai monaci di Farfa su un preesistente tempio pagano, svetta fiero l’unico testimone di un bosco rigoglioso che nell’Ottocento fu sterminato per ricavarne traversine utili alla costruzione della ferrovia Adriatica. Sedete e leggete la sua storia. Sulla base di alcuni racconti popolari, la quercia rischiò di essere abbattuta in altre due circostanze. La prima volta fu quando il vicino paese di Capradosso – così chiamato perché l’incasato sorgeva su un crinale che ricordava la groppa di una capra – subì talmente tanti danni a causa di uno smottamento che si rese necessario ricostruirlo altrove. Al momento di decidere la nuova collocazione, molti avevano individuato proprio il territorio in cui oggi si estende il santuario. A farli desistere fu la presenza massiva di formiche nel querceto circostante, e per volontà di papa Clemente XII il nuovo borgo venne edificato nel 1730 a un paio di chilometri più a sud. La seconda volta che l’albero rischiò di essere abbattuto fu invece nel 1920, quando l’arciprete don Giuseppe Castelli aveva deciso di venderlo a dei legnaioli. I taglialegna avevano già affondato diversi colpi d’accetta nel tronco quando accorsero i contadini del luogo che minacciarono il parroco di riservargli lo stesso trattamento se non li avesse fermati immediatamente. Alla base del fusto i segni nefasti di quell’attimo sono ancora ravvisabili, ma la quercia se la cavò ed oggi come ieri offre riparo a coloro che si recano nel santuario, specialmente ad agosto, nel giorno della sua festa. Il grande albero di Montemisio continua ad assistere allo scorrere del tempo, alle preghiere silenziose dei fedeli, e alle risate di chi sceglie quel posto incantevole per suggellare il proprio amore.