A circa 3 km da Ascoli Piceno, lungo la via consolare Salaria, in direzione Roma, potete parcheggiare in una piazzola di sosta, e ammirare un imponente platano orientale. Alto 26 metri, presenta un tronco con circonferenza pari a 8,5 metri. Molto probabilmente l’albero monumentale ha oltre 300 anni poiché viene menzionato per la prima volta in alcuni documenti risalenti al 1718. È noto come “albero del Piccioni” grazie a una leggenda associata al fenomeno del brigantaggio politico antiunitario. Nei pressi dell’allora Osteria della Ciuca, “il demone della rivoluzione aveva posto la sua sede”. Fra il 1860 e il 1861 schiere di briganti, infatti, controllavano quella zona in cui sorgeva anche quest’arbusto maestoso caratterizzato da un enorme tronco cavo. L’antro, come vedete, era abbastanza ampio da ospitare fino a cinque persone. Al suo interno trovava spesso riparo il brigante Giovanni Piccioni che guidò i filopapalini contro i “parnanzù”, i piemontesi con indosso le lunghe divise dell’esercito sabaudo. Dopo una lunga e carismatica resistenza, nel 1863 fu catturato presso la stazione ferroviaria di San Benedetto del Tronto. I suoi stessi compagni, intimoriti dalla determinazione del generale Pinelli, lo tradirono, e così finì i suoi giorni nel carcere del Forte Malatesta, dove spirò nel 1864.